Mutina Boica

La prima edizione della rievocazione storica Mutina Boica risale al 2009: l’evento si connotò da subito come un progetto di storia dal basso (bottom-up) intrapreso da un’associazione locale sotto la supervisione scientifica dei Musei Civici di Modena e della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna. Tra le finalità vi è quella di raccontare una parte della storia antica della città di Modena nata dall’incontro-scontro tra le popolazioni celtiche e la Repubblica di Roma. Il titolo della manifestazione è composto dal nome della colonia di diritto romano fondata nel 183 a.C. (“Mutina”) e dall’aggettivo “Boica”, che significa “dei Galli Boi”, popolazione celtica insediatasi in Emilia Romagna durante il IV secolo a.C. ed entrata a far parte del processo di romanizzazione dell’Italia del nord nel II sec. a.C. La narrazione proposta racconta alcuni aspetti delle civilità che hanno abitato il territorio di Modena in epoca romana ed evita di fornire al pubblico versioni semplificate del passato rinnegando giudizi di tipo morale su determinate vicende storiche. Il festival si svolge in due diverse location: presso il parco pubblico Enzo Ferrari, in una cornice naturalistica, contornata dalla vegetazione, dove avvengono gli spettacoli principali e sono ricostruiti gli accampamenti storici, e presso il centro storico di Modena, tra l’area archeologica del Novi Ark e i Musei Civici, i principali luoghi che custodiscono le testimonianze di epoca romana della città. La situazione archeologica di Modena presenta una realtà particolare in quanto la zona è stata nel corso dei secoli oggetto di ripetute alluvioni che hanno portato lo strato dell’epoca romana a diversi metri sotto la superficie del terreno. Ciò si è verificato in particolare durante l’alto medioevo, quando era venuto meno il sistema di controllo delle acque. Questo spiega come mai la presenza in superficie di testimonianze di epoca romana sia piuttosto contenuta.

Il programma della manifestazione prevede una media di dodici appuntamenti a giornata tra spettacoli teatrali e di ricostruzione storica, conferenze specialistiche, laboratori e didattiche per il pubblico proposti dai gruppi di rievocazione storica, da archeologi professionisti o da operatori museali. Tra gli appuntamenti di reenactment, living history e archeologia sperimentale, che utilizzano ricostruzioni fisiche del passato, una parte consistente è realizzata con l’ausilio dei gruppi di rievocazione storica selezionati dall’organizzazione rievocatori in base a tre criteri: la loro preparazione data dalla verosimiglianza delle riproduzioni di cui sono in possesso e delle attività che essi propongono; la capacità di rapporto con il pubblico, ovvero dal non vivere la rievocazione come esclusivo momento per se stessi; l’attinenza alla tematica oggetto dell’edizione del festival. Il numero complessivo dei rievocatori coinvolti supera le quattrocento unità, con oltre trenta associazioni provenienti dal territorio nazionale e dall’estero. Assieme alle iniziative culturali coesiste un programma di ricezione del pubblico che verte sull’allestimento di un mercatino di espositori artigianali con le riproduzioni di antichi mestieri, sulla proposta di cibi e bevande di ispirazione antica, su un’offerta musicale ispirata alle sonorità e al repertorio della tradizione celtica d’oltremanica (trattasi questa di una “licenza storica” connessa alla difficoltà ad organizzare esibizioni di musica antica per il grande pubblico).

Edutainment (la combinazione tra educazione e divertimento) e apprendimento esperienziale rendono Mutina Boica un’occasione unica per l’insegnamento della storia a un pubblico eterogeneo e numeroso. L’elevata partecipazione alla manifestazione è infatti uno degli elementi di successo dell’iniziativa che riesce ad attrarre grandi quantità di visitatori sia in occasione delle conferenze specialistiche che degli spettacoli di ricostruzione (ludi gladiatori, rappresentazioni teatrali, battaglie tra rievocatori).

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